Per l’introduzione del concordato preventivo biennale il legislatore ha scelto una procedura articolata in vari passaggi; all’entrata in vigore del DLgs. 13/2024 è infatti seguita la pubblicazione dei modelli ISA e REDDITI, adattati per far spazio alla formulazione e all’accettazione della proposta dei redditi concordati per il periodo di imposta corrente e per il successivo.

La piena applicazione del nuovo istituto è tuttavia ancora sospesa, in attesa della definizione della metodologia di calcolo di tali proposte, che dovrà essere approvata con un decreto del MEF; una volta disponibile tale metodologia verrà presumibilmente diffuso il relativo software di calcolo.

Con la pubblicazione del software, che dovrà avvenire entro il prossimo 15 giugno, sarà possibile comprendere concretamente gli effetti del nuovo istituto, sulla base delle proposte reddituali effettivamente calcolate.
A tal fine, è possibile ricavare alcune anticipazioni riguardo ai criteri di determinazione del reddito concordato da alcune slide, diffuse dall’Agenzia delle Entrate, relative alla riunione della Commissione degli esperti tenutasi il 15 marzo 2024 e avente per oggetto la determinazione della metodologia per la definizione della proposta concordataria.

Riguardo ai soggetti ISA, la proposta dovrebbe essere costruita tenendo conto dei seguenti elementi:
– base imponibile del concordato preventivo biennale relativamente al periodo d’imposta 2023; si tratta di quanto dichiarato dal contribuente all’interno del quadro P del modello ISA 2024, escludendo dal calcolo le componenti espressamente individuate quali ad esempio plusvalenze e minusvalenze (si veda “Per i soggetti ISA l’adesione al concordato passa attraverso il modello CPB” del 5 marzo 2024);
– eventuali maggiori componenti reddituali necessarie per raggiungere il punteggio massimo di affidabilità fiscale, pari a 10;
– storia reddituale del contribuente nell’ultimo triennio, periodo d’imposta 2023 compreso;
– riferimenti reddituali minimi settoriali;
– proiezioni macroeconomiche.

Nel caso in cui l’applicazione degli ISA per il 2023 non fornisca un risultato di piena affidabilità fiscale, il reddito proposto in sede di concordato (per il 2024 e il 2025) terrà conto di tale condizione, andando a modulare il reddito per recuperare il gap di affidabilità fiscale. In sostanza il reddito proposto sarà tale da raggiungere l’affidabilità fiscale piena durante il periodo di concordato. Più in particolare, alcuni indicatori saranno migliorabili direttamente, conteggiando ulteriori componenti positive, mentre altri saranno migliorabili indirettamente, attraverso l’utilizzo combinato di diversi indicatori.

Verrà anche individuato un coefficiente benchmark, utilizzato per rideterminare al rialzo le maggiori componenti reddituali indicate in fase di adeguamento; in altre parole, i maggiori redditi indicati per ottenere la massima affidabilità fiscale verranno ulteriormente rivalutati, mediante l’applicazione del citato coefficiente. Secondo la Commissione degli esperti, “tale ultimo passaggio deriva dalla considerazione che i contribuenti pienamente affidabili dichiarano naturalmente un valore aggiunto maggiore del corrispondente valore medio (atteso) stimato di riferimento [..] e pertanto occorre tener conto di tale comportamento nella determinazione della proposta”.

Il reddito come sopra descritto sarà poi ulteriormente rideterminato, applicando un coefficiente legato all’andamento del reddito operativo realizzato dal contribuente nelle tre annualità precedenti.
Il risultato di tale operazione verrà poi confrontato con il riferimento minimo reddituale in relazione al settore di appartenenza del contribuente; si tratta di un parametro di rivalutazione costituito dal livello di redditività minimo settoriale previsto sulla base delle analisi delle spese per lavoro dipendente dichiarate dalle medesime imprese ISA con riferimento alla forza lavoro dipendente impiegata.

Il livello di redditività settoriale sembra costituire un dato fondamentale ai fini della determinazione della proposta, tenuto conto del fatto che il reddito concordato non potrà essere inferiore a tale livello minimo.
Una volta determinato il reddito minimo settoriale, ed eventualmente adeguato a tale valore il reddito concordato precedentemente calcolato, verrà applicata l’ultima rivalutazione, collegata alle proiezioni macroeconomiche per gli anni 2024 e 2025; a tal fine, la Commissione degli esperti sta considerando come parametro le previsioni di crescita del PIL, attualmente pari allo 0,6% per il 2024 e all’1,1% per il 2025.

I calcoli sopra descritti verranno effettuati automaticamente dal software dedicato al concordato preventivo biennale, sulla base dei dati reddituali indicati dal contribuente; non si può tuttavia fare a meno di notare che la metodologia su cui sta lavorando la Commissione degli esperti, prevedendo una plurima rivalutazione dei redditi dichiarati, porterà con tutta probabilità alla formulazione di proposte di reddito concordato al rialzo, anche nei confronti dei contribuenti con affidabilità fiscale massima.

FONTE: Eutekne Info

Alberto GIRINELLI e Paola RIVETTI

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